Introitus: Gaudete

17 dicembre 2023

Gaudete

III domenica di Avvento
Gaudéte in Dómino semper: íterum dico, gaudéte: modéstia vestra nota sit ómnibus homínibus: Dóminus prope est. Nihil sollíciti sitis: sed in omni oratióne petitiónes vestræ innotéscant apud Deum. (Gioite nel Signore sempre; ve lo dico ancora, gioite. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non angustiatevi per nulla, ma in ogni preghiera esponete le vostre richieste a Dio.) – cfr. Fil 4,4-6

La terza domenica di Avvento prende il nome dall’incipit dell’antifona: Gaudete [gioite]. Nel testo greco la parola usata è chàirete, la stessa usata dall’angelo Gabriele per salutare Maria. È l’invito a rallegrarsi, ma in modo assai inusuale: il modo dell’antifona è il primo modo, il modo “grave” e la melodia insiste sulla zona bassa, appunto grave, del tetragramma; per due volte si ripete Gaudete sulla finalis del modo, quasi a indicare anche visivamente che una simile gioia viene dal profondo; come dal profondo salgono le richieste a Dio [innotescant petitiones vestrae], «come la terra produce la vegetazione» (Is 61,11). Un giorno lontano, gli Israeliti, dopo la lunga traversata del deserto, erano giunti alle rive del Giordano (cfr. Num 13,29), alle soglie della Terra Promessa; ma non avevano riconosciuto la luce e la gioia che il Signore aveva messo davanti ai loro occhi. Acciecati dai loro bisogni «screditarono il paese» (Num 13,32). Il Battista, proprio su quelle rive, ancora «grida nel deserto: “Preparate la via del Signore”» (Gv 1,23). Che la nostra «modestia [epikèia] sia nota a tutti gli uomini» (Fil 4,5)! L’epikèia, quella virtù così preziosa che rende capaci di «non spegnere lo Spirito» (1Ts 5,19) e di non diventare spietati esecutori di norme. È solo così che possiamo essere «sempre lieti e in ogni cosa rendere grazie a Dio» (1Ts 5,16.18).


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