Cantate Domino

Quinta domenica di Pasqua

Cantáte Dómino cánticum novum, allelúia: quia mirabília fecit Dóminus, allelúia: ante conspéctum géntium revelávit justítiam suam, allelúia, allelúia. (Cantate al Signore un canto nuovo, alleluia, perché il Signore ha compiuto meraviglie, alleluia, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia, alleluia, alleluia) – Cfr. Sal 97, 1.2. Vulg.

La Parola, la Voce, il Canto. La Parola del Padre, la Voce del Pastore, il Canto delle creature. È un canto speciale a cui il salmista ci invita: il «Cantico nuovo». «Novum» come “nuove” sono le realtà ultime e definitive: i Novissimi. Se da un lato sorge spontanea la domanda: «Signore, non sappiamo dove vai» (Gv 14,5) «che cosa dunque ne otterremo?» (Mt 19,27), dall’altro ecco aprirsi la prospettiva dell’eterno vivendo nel nostro oggi, tra le mense e la Parola (cfr. At 6,2), tra “il già e il non ancora”. Il canto profondo della Parola creatrice si esprime nella voce del Pastore e ci fa cogliere tutte «le meraviglie che il Signore ha compiuto» (Sal 77): «Credetelo per le opere stesse!» (Gv 14,11). È così, contemplando le Sue meraviglie, che diventiamo «pietre vive» (1Pt 2,5). Pietre trasformate da Colui e in Colui che è Porta, Via e Vita. «Il cantico nuovo non compete a uomini vecchi: lo apprendono solo gli uomini nuovi, rinnovati dalla vecchiaia per mezzo della grazia, che già appartengono al Nuovo Testamento, che è il Regno dei cieli. Ad esso sospira tutto il nostro amore, e canta il nuovo cantico. Lo canti però non con le labbra, ma con la vita» (Sant’Agostino, Esposizioni sui Salmi, 32, II, Disc. 1, 8, 3). E se capita − come capitò ai figli di Israele − di dimenticare «le meraviglie che Egli aveva compiuto» (Sal 77), con infinita misericordia Gesù dirà ancora: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto?» (Gv 14,9). Allora, prendendo coscienza (cfr. Lc 17,15) di tante meraviglie, «anche le pietre grideranno» (Lc 19,40) e canteranno il Cantico nuovo.