XX domenica per annum
Protéctor noster, áspice Deus, et réspice in fáciem Christi tui: quia mélior est dies una in átriis tuis super míllia. (Guarda, Dio nostro protettore, e considera il volto del tuo Cristo, perché è meglio un solo giorno nella tua casa che mille altrove.) – cfr. Sal 83,10-11L’antifona in quarto modo, il “modo armonioso”, è composta da due brevi frasi. Inizia con l’invocazione al Signore nostro scudo di salvezza (protector noster). È la richiesta a Dio di volgere il suo sguardo verso il volto di chi lo invoca: il suo Cristo. L’apice della melodia è sulle parole aspice [guarda] e Christi, per ricordarci che è Cristo stesso che rivolge al Padre la supplica nella persona dei suoi poveri. Il frammento melodico che chiude la prima frase (tui) si ripete due volte immediatamente all’inizio della seconda (quia melior) addolcito dal Si bemolle, e mette in risalto dies una (un sol giorno) in contrapposizione con millia (mille giorni). Il punto focale che unisce in armonia i tempi e anche le prospettive è il tempio del Signore, ben espresso dalla metonimia atriis tuis (nei tuoi atri), «casa di preghiera per tutti i popoli» (Is 56,7). E il vero tempio è Gesù stesso (cfr. Gv 2,21), talora affamato, talora assetato, talora ammalato (cfr. Mt 25,35-36). Molto spesso «così forestiero» (Lc 24,18) da non essere riconosciuto nemmeno dai suoi amici. Ma, da qualunque condizione nasca, il grido «Signore aiutami» (Mt 15,22) fa sedere subito alla mensa dei figli. E anche quella fede rudimentale che si nutre solo di briciole (Mt 15,27) ha il potere, in Cristo, di liberare anche dai demòni più crudeli. Proprio come successe alla donna cananea (Mt 15,28).
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono soggetti a moderazione e verranno pubblicati dopo essere stati approvati.