XIII domenica per annum
Omnes gentes pláudite mánibus: jubiláte Deo in voce exultatiónis. (Popoli tutti, battete le mani, acclamate Dio con voci di gioia.) – Cfr. Sal 46,2 Vulg.L’antifona della XIII domenica è costruita su un versetto del salmo 46. Ancora una volta la voce è protagonista dell’antifona: voce di giubilo e di esultanza. Non si può immaginare quanta arte sia sgorgata da questo scarno versetto! Il compositore medievale scelse il modo sesto, il più devoto dei modi, per esprimere tanto giubilo. Il giubilo espresso dall’antifona è un giubilo composto che si muove quasi dal basso, che sale dal profondo toccando l’apice solamente per ricordarci che il vero giubilo si può avere solo in Dio. Una tale devota introduzione ci fa comprendere che ciò che si dona a Dio non è perduto (cfr. Mt 10,39). Ci ricorda che la vera devozione è donare con gioia (cfr. 2Cor 9,7). Talora si può pensare che la vera devozione sia amare Dio invece di ogni cosa; ma non è quello che Lui ci chiede, ci chiede di essere amato sopra [hupèr] (Mt 10,37) tutti e sopra tutto. Ci chiede di creare la giusta priorità nella vita. Dare la giusta priorità è un vero atto di amore. Solo in questo modo possiamo trovare la ragione profonda per “perdere” qualcosa di noi stessi (cfr. Mt 10,39). Come fece la donna di Sunem che accolse Eliseo semplicemente perché era «un uomo di Dio» (2Re 4,9). C’è forse un uomo che non appartiene a Dio? Ecco il segreto per crescere nell’amore fraterno! Allora, nemmeno «un bicchiere d’acqua fresca perderà la sua ricompensa» (Mt 10,42) perché porterà in sé un giubilo intrinseco: «Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!» (At 20,35).
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