Ave maris stella, Dei Mater alma, Atque semper Virgo, Felix cæli porta.
Sumens illud Ave Gabriélis ore, Funda nos in pace, Mutans Hevæ nomen.
Solve vincla reis, Profer lumen cæcis: Mala nostra pelle, Bona cuncta posce.
Monstra te esse matrem: Sumat per te preces, Qui pro nobis natus, Tulit esse tuus.
Virgo singuláris, Inter omnes mitis, Nos culpis solútos, Mites fac et castos.
Vitam præsta puram, Iter para tutum: Ut vidéntes Jesum, Semper collætémur.
Sit laus Deo Patri, Summo Christo decus, Spirítui Sancto, Tribus honor unus.
Amen.
Salve, stella del mare, / Madre di Dio che doni la vita / e sempre vergine / porta felice del Cielo.
Ricevendo quell’Ave / dalla bocca di Gabriele, / stabiliscici nella pace, / cambiando il nome di Eva.
Sciogli i lacci ai rei, / dona la vista ai ciechi, / respingi i nostri mali, / ottienici ogni bene.
Dimostrati madre, / attraverso te accolga le preghiere / chi, nato per noi, / accettò di essere tuo.
Vergine senza uguali, / mite più di tutti, / una volta sciolti dalle colpe, / rendici miti e casti.
Dona una vita pura, / prepara un cammino protetto, / affinché vedendo Gesù / sempre ci rallegriamo.
Sia lode a Dio Padre, / al sommo Cristo grazia, / allo Spirito Santo, / ai Tre un unico onore.
Amen.
La preghiera Ave Maris stella risale almeno al IX secolo, poiché la si ritrova in un codice di quel periodo custodito nell'Abbazia di San Gallo.
L'origine dell’appellativo «Stella del Mare», dato alla Beata Vergine Maria, è sconosciuta. Secondo alcuni autori potrebbe derivare dalla Bibbia, dal Primo Libro dei Re (18, 43), quando il profeta Elia dice al suo servitore: «Sali, presto, guarda in direzione del mare» nella traduzione CEI 2008, «Ascende et prospice contra mare» nel testo della Vulgata. Su questa base san Girolamo, sant’Isidoro di Siviglia, Alcuino, Pascasio Radberto e Rabano Mauro avrebbero incoraggiato l’uso di questo titolo.
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