IV domenica di Quaresima
Lætáre, Jerúsalem: et convéntum fácite omnes qui dilígitis eam: gaudéte cum lætítia, qui in tristítia fuístis: ut exsultétis, et satiémini ab ubéribus consolatiónis vestræ (Rallegrati, Gerusalemme, e radunatevi tutti voi che l’amate. Gioite con letizia voi che siete stati nella tristezza; esultate e saziatevi al seno della vostra consolazione) – Cfr. Is 66,10-11 Vulg.L’antifona di oggi è un castone di gioia nel cuore del cammino penitenziale della Quaresima. Lætare, gaudere cum lætitia, exsultare, satiare, consolare sono i verbi che ci invitano ad aprire gli occhi e sollevare lo sguardo verso quella «Gerusalemme celeste» (Eb 12,22), oggetto del nostro amore, dove regnano i veri poveri e gli umili. Dio aveva scelto a regnare in Gerusalemme l’ultimo figlio di Iesse, il povero Davide che era stato persino dimenticato da suo padre. Gesù è in cammino verso la Gerusalemme terrena, quella Gerusalemme che «uccide i profeti e lapida quelli che le sono inviati» (Mt 23,37) e dove sarebbe stato «schernito, oltraggiato, coperto di sputi» (Lc 18,32). Anche Gesù sputò. Ma sputò per terra per trarre la luce dal fango e illuminare l’uomo caduto nelle tenebre. Come un giorno Dio aveva soffiato nel fango per trarre la vita.
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