II domenica di Quaresima
Tibi dixit cor meum, quæsívi vultum tuum, vultum tuum, Dómine, requíram: ne avértas fáciem tuam a me (A te ha detto il mio cuore: ho cercato il tuo volto; il tuo volto, Signore, cercherò, non volgere il tuo volto lontano da me) – cfr. Sal 26,7-8 Vulg.La seconda domenica di Quaresima si apre con una esortazione che sgorga dal cuore: «Cercate il suo volto». Ben dieci note all’unisono ripercuotono le parole tibi dixit (a te ha detto). È fondamentale ascoltare la voce del cuore; è lì che il Signore dice: «Cerca il mio volto». Per ben due volte, nella stessa frase, si ripete vultum tuum. Ascoltando quella voce, Abramo intraprese un lungo cammino verso una terra di benedizione. Anche Gesù fa percorrere un lungo cammino ai suoi discepoli e, dopo averli condotti su un alto monte, mostra loro il suo volto trasfigurato. Un lontano giorno, Abramo «alzando gli occhi vide» (Gn 22,13), e vide un ariete. Anche i discepoli «alzando gli occhi videro», e videro Gesù, l’Agnello. È la «vocazione santa» a cui Dio ci ha chiamati: cercare sempre il Suo volto. E solo “alzando gli occhi” possiamo riconoscerlo anche quando non si presenta luminoso come il sole, ma sfigurato dal dolore e trafitto di spine.
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