Terza domenica di Pasqua
Jubiláte Deo omnis terra, allelúia: psalmum dícite nómini ejus, allelúia: date glóriam laudi ejus, allelúia, allelúia, allelúia (Acclamate a Dio da tutta la terra, alleluia, dite un salmo al suo nome, alleluia, dategli gloria con la lode, alleluia, alleluia, alleluia) – cfr. Sal 65, 1.2.3. Vulg.L’antifona della terza domenica di Pasqua irradia una luce gioiosa. Basti pensare a tutta la musica che la breve citazione del Salmo 65 ha ispirato. L’antifona è scritta in “ottavo modo”, il “modo perfetto”, come è perfetta l’architettura musicale dell’antifona. Anche Pietro, parlando agli uomini di Israele, segue una vera architettura verbale: parte dall’uomo di Nazareth, sale alla croce, poi «alla destra di Dio» e poi, con l’effusione dello Spirito Santo, scende di nuovo sugli uomini che furono i testimoni della vicenda umana di Gesù. La pacatezza della melodia, che pure sale fino all’apice del tetragramma, ci fa ben intendere che non si tratta del giubilo di un gruppo di invasati. Rinnovando l’invito dell’antico salmo a innalzare ancora un salmo al nome di Dio, l’antifona ci fa meglio comprendere che, davvero, anche noi siamo «pietre vive» (1Pt 2,5) del «prestabilito disegno e della prescienza di Dio» (At 2,23); progetto «predestinato già prima della fondazione del mondo» (1Pt 1,20). E così la nostra lode può salire a Dio, perché a Lui sono rivolte la nostra fede e la nostra speranza (cfr. 1Pt 1,21). Diversamente, rischiamo tutti di alimentare la diaspora dei discepoli: «Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono» (Mc 14,50). E fuggivano anche Cleopa e l’amico. Come gli Ebrei che decisero di tornare in Egitto (cfr. Nm 14,4), i due discepoli se ne stavano tornando alla vecchia Emmaus, dove Giuda Maccabeo aveva riportato l’ultima grande vittoria del regno d’Israele (cfr. 1Mac 4). Ma il cuore dei discepoli era ben preparato e così, benché su una strada sbagliata, lungo quella strada cercavano di capire. I verbi greci usati sono bellissimi: homilèin e suzetèin; ci ricordano che l’omelia è fondata su Gesù, e l’incontro è frutto del “cercare insieme”. Infatti, Gesù conversava con loro proprio lungo quella via. E allora il loro volto rabbuiato (skuthròptos) si illuminò e, come tutti i veri discepoli «gioirono al vedere il Signore» (Gv 20,20). Anche loro cantarono: «Iubilate Deo, omnis terra» !!
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