Regina cæli lætáre, allelúia: Quia quem meruísti portáre, allelúia: Resurréxit sicut dixit, allelúia: Ora pro nobis Deum, allelúia (Regina del cielo, rallégrati, alleluia; perché chi hai meritato portare in grembo, alleluia; è risorto come aveva detto, alleluia; prega Dio per noi, alleluia.)
La composizione di questa preghiera risale al X secolo, ma l’autore è sconosciuto. Secondo una tradizione, Gregorio Magno, papa dal 590 al 604, una mattina di Pasqua in Roma, udì degli angeli cantare le prime tre righe del Regina Caeli, alla quale aggiunse la quarta. Un’altra teoria afferma che l'autore sia Gregorio V, papa dal 996 al 999.
La melodia gregoriana risale al XII secolo, ma è stata semplificata nel XVII secolo.
L’antifona trova la sua collocazione liturgica al Magnificat nei Vespri del giorno di Pasqua e dell’Ottava, inoltre è prescritta come antifona mariana al termine della Compieta, la preghiera della Liturgia delle Ore prima del riposo notturno. Dal 1742 il Regina caeli viene cantato o recitato, in sostituzione dell'Angelus, nel tempo pasquale (attualmente dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste) con l’aggiunta di un altro versetto e relativo responsorio, un’orazione, e, come nell'Angelus, tre Gloria, un Requiem e la benedizione.
La composizione di questa preghiera risale al X secolo, ma l’autore è sconosciuto. Secondo una tradizione, Gregorio Magno, papa dal 590 al 604, una mattina di Pasqua in Roma, udì degli angeli cantare le prime tre righe del Regina Caeli, alla quale aggiunse la quarta. Un’altra teoria afferma che l'autore sia Gregorio V, papa dal 996 al 999.
La melodia gregoriana risale al XII secolo, ma è stata semplificata nel XVII secolo.
L’antifona trova la sua collocazione liturgica al Magnificat nei Vespri del giorno di Pasqua e dell’Ottava, inoltre è prescritta come antifona mariana al termine della Compieta, la preghiera della Liturgia delle Ore prima del riposo notturno. Dal 1742 il Regina caeli viene cantato o recitato, in sostituzione dell'Angelus, nel tempo pasquale (attualmente dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste) con l’aggiunta di un altro versetto e relativo responsorio, un’orazione, e, come nell'Angelus, tre Gloria, un Requiem e la benedizione.
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