Introitus: Veni Sancte Spiritus

30 maggio 2023

Veni Sancte Spiritus

Domenica di Pentecoste, sequenza
Veni, Sancte Spíritus, / et emítte cǽlitus / lucis tuæ rádium. / Veni, pater páuperum, / veni, dator múnerum, / veni, lumen córdium.
Consolátor óptime, / dulcis hospes ánimæ, / dulce refrigérium. / In labóre réquies, / in æstu tempéries, / in fletu solátium.
O lux beatíssima, / reple cordis íntima / tuórum fidélium. / Sine tuo númine, / nihil est in hómine / nihil est innóxium.
Lava quod est sórdidum, / riga quod est áridum, sana quod est sáucium. / Flecte quod est rígidum, / fove quod est frígidum, / rege quod est dévium.
Da tuis fidélibus, / in te confidéntibus, / sacrum septenárium. / Da virtútis méritum, / da salútis éxitum, / da perénne gáudium.
Amen. Alleluia.

Testo italiano usato nella liturgia:
Vieni, Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce. / Vieni, padre dei poveri, / vieni, datore dei doni, / vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo. / Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, / invadi nell’intimo / il cuore dei tuoi fedeli. / Senza la tua forza, / nulla è nell'uomo, / nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina. / Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli, / che solo in te confidano, / i tuoi santi doni. / Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna.
Amen. Alleluia.

Il Veni Sancte Spiritus fu composto attorno ai primi anni del tredicesimo secolo, l’attribuzione è incerta. È una delle cinque sequenze rimaste nel rito cattolico romano, e si recita o canta prima dell’Alleluia nella Messa di Pentecoste.
La sequenza è un canto liturgico che ha origine nel nono secolo nei monasteri della Francia occidentale, in particolare in Normandia. Essa ebbe inizialmente una notevole diffusione, tanto che, contando insieme le sequenze delle varie comunità religiose, si arrivò ad averne attorno a cinquemila distinte.
Il termine significava inizialmente “melodia in aggiunta all’alleluia” (alleluia cum sequentia), in seguito si aggiunse un testo e divenne “sequentia cum prosa”.
Nel 1570, con la revisione tridentina del Messale Romano, papa san Pio V escluse l’uso delle sequenze nella liturgia, ad eccezione del Veni Sancte Spiritus, del Victimæ paschali laudes per la Pasqua, del Lauda Sion Salvatorem, di san Tommaso d’Aquino, per il Corpus Domini e del Dies iræ per le Messe dei defunti. La sequenza Stabat Mater, relativa alla memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, fu ripristinata nel 1727.
La sequenza è facoltativa tranne che in occasione della Pasqua e della Pentecoste. Essa può essere recitata in italiano o in latino dal sacerdote solo, alternato al popolo, o cantata dal coro.

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