Santissima Trinità
Benedícta sit sancta Trínitas, atque indivísa Unitas, confitébimur ei, quia fecit nobíscum misericórdiam suam. (Sia benedetta la santa Trinità e l’indivisa Unità. Confideremo in lei, perché ci ha mostrato la sua misericordia.)La struggente antifona in ottavo modo, il modo perfetto, è un’esortazione a fidarsi profondamente e ad avere un’idea totalmente positiva di Dio [Bene-dicta sit!]. Se è vero che c’è una legge scritta su tavole di pietra (cf. Es 34,4), è vero anche che essa è scritta in modo indelebile nel cuore dell’uomo (cf. Rm 2,15) e nemmeno il peccato più grave la può cancellare. È solo credendo profondamente «che Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3,17) che possiamo «stare lieti, tendere alla perfezione, farci coraggio a vicenda» (2Cor 13,11). Non si tratta di un generico incoraggiamento, ma di crescere nella consapevolezza che «Il Signore Dio è misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,6). È questa la fede che ci evita la condanna più terribile: trascorrere la vita combattendo contro uno spietato legislatore pronto a coglierci in fallo. Allora, anziché tavole di pietra, avremo cuori di pietra. L’antifona, col suo placido andamento, ci esorta a confidare perché siamo oggetto dell’amore di Dio: fecit nobiscum misericordiam suam. Ecco il segreto affinché il Dio della pace e dell’amore sia sempre con noi (cf. 2Cor 13,11).
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