XXVIII domenica per annum
Si iniquitátes observáveris Dómine, Dómine, quis sustinébit? quia apud te propitiátio est, Deus Israel. (Se osserverai le colpe Signore, Signore, chi sussisterà? Ma presso di te è il perdono, Dio di Israele) – cfr. Sal 129,3.4 Vulg.L’antifona della XXVIII settimana è in terzo modo, il modo “mistico”. La melodia è costruita sulle note acute e tocca il vertice sulla parola sustinebit [sussisterà]. Due salicus sull’ultima sillaba di Domine [o Signore] e di sustinebit esprimono il grande quesito: «Signore, chi potrà sussistere?». Il testo dell’antifona è tratto dal salmo 129 che, tipicamente, viene cantato nella liturgia funebre. Ma la melodia del testo, con la sua dinamica tutta ascendente, ci fa intuire, in modo ineffabile, che persino le nostre iniquità possono spingerci verso l’alto, verso quel monte su cui il Signore «eliminerà la morte per sempre e asciugherà le lacrime su ogni volto» (Is 25,8). La tristropha su observaveris [osserverai] ci fa tuttavia cogliere che le nostre iniquità non passano inosservate. Se è vero che «il Signore preparerà per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati» (Is 25,6), «un banchetto di nozze» (Mt 22,3), è anche vero che per parteciparvi è necessario rivestirsi di un habitus interiore [en-dýein én-dyma] (Mt 22,11) adeguato a quell’invito. Senza quella interiore trasformazione, che solo il re può vedere (Mt 22,11), non possiamo essere invitati al banchetto, né essere amici di Dio. Siamo solo hetāiroi (cfr. Mt 22,12), opportunisti alla mensa del re.
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono soggetti a moderazione e verranno pubblicati dopo essere stati approvati.